saldi principi

27/06/2011

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famiglie grette incestuose
ridicoli pogrom meschini
annaspa l’omino bruttino.
un ordine deve dare, in
fila, capire un valore.
Ma insulsa anima scialba
senza muscoli ne orgasmi
solo tentato da gatti e
volpi. Vili virtù sporcate
di rosso da pochi soldi. Non
è per te la gente in festa
non il vino innamorato.
Solo resti, anaffettivo,
contabile, anima in saldo.
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Tramontare

31/05/2011

E’ il momento del declino
Tramontare significa spegnersi
ascoltando il mio fuoco interiore, sento la fine che si avvicina.
Sono vecchio, ho vissuto degnamente.
Respiro il sacro Om, lascio che il mondo in me ascolti ciò che dico.
Cerco – senza riuscirci – di ascoltare ciò che il mondo ha da dirmi.
Cerco la luce – che dovrebbe esserci – ma che non riesco a vedere.
Guardo l’oscuro, e ascolto l’invito.
Scivolo verso la debolezza, che nulla mi sorregge.
Ascolto il sacro Om, cercando conforto, ma senza successo.
Tagliatemi le mani, tagliatemi la testa, e guardateci dentro.
Un disprezzo antico, un rifiuto nascosto e sterile
e una pena infinita, per un mondo perduto.
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Quando nell’angolo dello sguardo
compare il momento del declino.
Si spegne il fuoco interiore
la fine si avvicina.
Sono vecchio, ho avuto una vita degna.
Respiro il sacro Om
e lascio che il mondo ascolti ciò che dico.
Cerco – senza riuscirci – di ascoltare ciò che il mondo ha da dirmi.
Cerco la luce – che dovrebbe esserci – ma che non riesco a vedere.
Guardo l’oscuro, e ascolto l’invito.
Scivolo, debole, che nulla mi sorregge.
Ascolto il sacro Om
cercando conforto.
Tagliatemi le mani, tagliatemi la testa, guardateci dentro.
Un disprezzo antico, un rifiuto nascosto, sterile
una pena infinita, un mondo perduto.

Inner space #8

01/12/2010

Nebbia liquida densa
Lobi, muschi, licheni
Sottile agisce
Corrompe, deturpa

Vento elettrico, fuochi fatui
Una lama affilata
Pulisce le scaglie
Di una pelle che muta

Mescere vino, liquidi acidi
Brocche, anfore, e un riso ubriaco
Si apre l’uscio, improvviso
Irrompono spifferi di timore

Fanghi, solfatare, ignee rocce
Mi immergo nel fuoco di vulcano
Alle mie spalle ogni esitazione
Nessuna statua di sale.

Inner space #7

27/09/2010

Scivola / sulla pelle / come foglia d’ortica

percorro sentieri / alti / con affanno

aquile e falchi / volteggiano

chiudo lo sguardo / serro il cuore

le nuvole sotto di me.

Aum namah Shivaia

02/09/2010

Il cavedano

23/08/2010

Seguivo, guardando il cielo tra i rami,
le rive di un musico torrente,
umido, con molte pietre scivolose,
con felci e fiori di campo.
Ma un tratto, vidi un cavedano, che saltava nel torrente
e come potevo perderlo di vista !
con quello scintillio di goccioline !
Scherzoso nel suo arcobaleno di piccole luci
che si rincorrevano nel sole.
Correvo così sulle rive del torrente,
e lui veloce saltava e nuotava,
verso il suo subacqueo rifugio.
Ma il piede è traditore, marinaro, non di bosco,
e così caddì in giù, nella pozza,
proprio vicino a lui, al cavedano,
la mia testa si lacerò su una roccia
e copioso il mio sangue invase le limpide acque,
diventando cibo per tanti piccoli animaletti.
Il cavedano mi rimase vicino, finche io
immobile sott’acqua, non finii il mio fiato.
Mai avrei potuto chiedere di più al destino:
l’ultimo mio sguardo vide proprio i suoi scintilli,
nell’acqua che si arrossava.

Inner space #6

06/04/2010

Come una brace ardente
ingoiata, buca lo stomaco.
Come catene strette
segnano, polsi e caviglie.
Come il respiro troncato
di chi ansima, senz’aria.
Come uno sparo, preciso
mozza la vita.
Come una mano recisa
fantasma che cerchi di usare.
Come il buio negli occhi
ed il ricordo dei colori.
Come l’eco del silenzio
ed il ricordo dei suoni.

un pensiero, nemmeno
un tarlo, un rombo
un gesso che stride
l’apparente serenità

questo è l’amore che manca
questo è l’attesa inutile
questo è il vuoto che stringe

I demoni, che scacci col forcone
rimangono discorsi in sospeso
per qualcuno, appeso qui fuori

La brace arde, il respiro si ferma
cinghie che stringono, tendini sfibrati
ancora – solo – rimane il silenzio.

Se fossi diverso, se fossi.
Con le braci, le catene ed il respiro mozzato
Io non dormo, rimango fermo.

16 aprile

Inner Space # 5

07/03/2010

Come la pelle al vento gelido,
così la corteccia si apre,
in sottili fessure, li
dove il ramo inclina, stretto,
verso il terreno. Nell’ombra
muschi licheni e felci
abitano un luogo quieto.
Solo poco distante, in un fosso
il vento mulina e scompiglia,
portandomi via il senno,
e lasciandomi così, pazzo
e affamato d’amore,
ai piedi del tiglio,
che ride, con il vento tra i rami.

שיר השירים

05/03/2010

la brocca appare come vuota
l’acqua limpida e tersa
che dovrebbe placare la sete
si spreca nella terra sterile
ed io, solo, senza di te
posso solo scrivere,
aridi versi inutili.